giovedì 29 settembre 2016

Vegan Muffin di Banane e Cioccolato


Questa è la ricetta più facile e veloce che abbia mai fatto e forse quella che ultimamente mi ha dato enormi soddisfazioni.
A volte basta veramente poco per grandi risultati, almeno in cucina!

Ricordate o forse no, poco importa, della sfida fatta anni fa chiamata "una torta al mese"?
Beh, la sfida chiedeva di sfornare una torta al mese, fotografarla e postare la ricetta. Tutto questo per un anno.
Io mi sono ovviamente iscritta e ho fatto...2 torte... forse 3.
Pochine.
Sono passati diversi anni da quell'esperimento e quasi quasi mi è venuta voglia di finirlo... della serie "meglio tardi che mai"
Perciò ecco qua settembre!

Avete poco tempo a disposizione, pochi ingredienti nella dispensa e un paio di banane mooolto mature? questa è la ricetta giusta!

VEGAN MUFFIN  DI BANANE E CIOCCOLATO

Ingredienti:
2 o 3 banane molto mature
40 ml olio di semi ( io di solito uso quello di riso)
50 ml acqua
200 gr farina bianca
50 gr farina integrale
100 gr zucchero di canna grezzo
20 gr cacao amaro
1/2 bustina di lievito per dolci


Procedimento:
In una ciotola mescolare gli ingredienti secchi: farina, lievito, cacao e zucchero. In un altra frullare le banane con l'olio e l'acqua fino a che tutto si amalgami uniformemente. Poi unire i due composti insieme mescolando bene per evitare che si formino grumi. Oliare gli stampi da muffin e infornare tutto a 180° per 45min
Quando sentite spargersi per tutta casa un piacevolissimo profumino di banana aspettate ancora un paio di minuti e spegnete il forno.
Decorate poi a vostro piacimento.
Io ho spennellato le punte con un po' di miele e li ho cosparsi di zuccherini colorati.

Buon appetito!




lunedì 26 settembre 2016

Inserimenti

E' iniziato il nuovo anno e in questi giorni al nostro gruppo gioco nella natura si stanno facendo gli inserimenti.
Da quando ho cominciato questo lavoro ogni anno mi trovo ad accogliere nuove famiglie e nuovi bambini pronti a intraprendere l'esperienza di un "quasi" asilo nido.
Si perchè ho la fortuna di lavorare con i bambini del nido, ma in progetto di spazio gioco nella natura per qualche ora la mattina fino all'ora di pranzo quando i bambini tornano a casa.
Questo non toglie il fatto che non si facciano gli inserimenti. Anzi. Si fanno eccome ed è uno dei momenti più importanti nell'arco dell'anno.
Ma cos'è l'inserimento e cosa vuol dire? come ci si deve muovere durante l'inserimento?
e soprattutto chi si inserisce, il bambino o il genitore? in realtà direi un po' tutt'è due, anzi in realtà s'inseriscono anche un po' le maestre.
Accademicamente l'inserimento è quel periodo di tempo in cui il bambino si "abitua" a stare nel nuovo spazio senza la presenza del genitore, la mamma nella maggior parte dei casi, ed entra in relazione con la nuova figura adulta di riferimento ( la maestra).
E allora come rendere questo momento così delicato il più liscio possibile?

Vediamo di riassumere i punti più importanti.

Primo di tutti e forse la base su cui si deve poggiare questo momento è l'atteggiamento del genitore.
A quest'età i bambini sono tanto in connessione con i sentimenti e gli stati d'animo della mamma: è una semplice equazione vera nella maggior parte dei casi, mamma felice=figlio felice; mamma infelice/preoccupata/stressata etc= figlio capriccioso/infelice/irrequieto etc.
Perciò l'atteggiamento del genitore che porta il figlio al nido è di fondamentale importanza.
 E' importante che la mamma o il babbo non abbiano fretta di inserire il proprio bambino perchè deve tornare al più presto a lavorare ( lo so, la maggior parte delle situazioni lavorative non permettono di prendersi tanto tempo per questo; ma se avete la possibilità allora scegliete comunque il genitore che ha più tempo a disposizione) o perchè vuole ardentemente un po' di tempo libero per sè ( tranquilli, alla fine lo avrete) o per qualsiasi altro motivo. E' importante dare fiducia alle maestre a cui si affida il proprio pargolo, sicuri che state affidando il vostro "bene" più prezioso in mani sapienti che sanno compiere il loro lavoro in maniera professionale. So che spesso la prima reazione è quella di criticare il lavoro degli altri, specie di chi tratta con i nostri figli, ma un'atteggiamento di critica non porta beneficio nè a voi (il bambino avvertirà questo sentimento e "collaborerà" con questo rifiutando di affidarsi alla maestra) nè al lavoro della maestra ( non è mai piacevole lavorare con la sensazione di essere analizzati e criticati)
Perciò siate positivi e fiduciosi nelle maestre!

Altro punto di fondamentale importanza è quello di non crearsi nessuna aspettativa nei confronti di vostro figlio.
Spesso arrivano da noi genitori che descrivono i propri figli come molto socievoli, desiderosi del contatto con gli altri, poco "attaccati" a mamma e papà che credono che i loro figli non avranno nessunissima difficoltà ad inserirsi nel gruppo gioco o altri che credono che i loro figli invece ci metteranno tantissimo perchè timidi o poco abituati a stare con altri coetanei. Ecco per la mia esperienza di solito queste credenze vengono spesso puntualmente smentite. Perciò mamme e babbi fate spazio nella vostra mente e lasciate l'esperienza scuola a quei bellissimi individui che sono i vostri figli.

Detto questo come premessa arriviamo al giorno fatidico dell'inserimento. Come ci si comporta?

Ovviamente io vi dò solo dei suggerimenti, è chiaro che ogni scuola, ogni asilo nido o spazio gioco avrà le sue modalità e le maestre vi sapranno ben guidare in questo.
Nel nostro piccolo gruppo gioco si lascia molto spazio permettendo la presenza del genitore fin quando il bambino ne ha bisogno.
Questa presenza del genitore però dovrà avere la caratteristica di essere spettatore e non attore della situazione. E' importante che piano piano cambi appunto il punto di riferimento e che il bambino per quelle ore che passa in asilo "si dimentichi" di mamma o papà perché è riuscito a rilassarsi e a trovare un ambiente accogliente per lui/lei che lo soddisfa per i suoi bisogni e necessità.

La mamma se può siede in disparte,magari in una stanza diversa da quella del gioco o in un angolo di essa, in modo che possa essere vista dal bambino, ma senza interferire con il gioco o con gli altri bambini.
A questo proposito noi consigliamo alle mamme di portarsi un lavoretto da casa, semplice, tipo un lavoro ai ferri, uncinetto, ricamo o qualsiasi cosa sappiano fare manualmente - a volte basta semplicemente fare dei gomitoli con la lana filata - in modo da essere impegnate ma poter rispondere al "ritorno" momentaneo del proprio cucciolo.

E' importante essere presenti per i propri figli, se questi sentono la necessità di riavvicinarsi per un momento, senza incitarli ad andare se loro non vogliono o spingerli in nessun modo.
E' importante anche cercare di essere il più silenziose possibile e lasciare alle maestre lo spazio per parlare, cantare e invitare il bimbo o la bimba ad inserirsi nell'attività in corso.

Per tutte le necessità del bambino - acqua, pipì o quant'altro- è opportuno invitare il bambino a rivolgersi alla maestra che saprà risolvere la questione.

Questo per una mamma, abituata fin'ora a soddisfare tutte le necessità del proprio figlio può essere un compito arduo, ma è importante proprio "fare un passo indietro" e "lasciare la palla" alla maestra.

Dall'altra parte le maestre devono saper "vedere" il bambino che si sta inserendo e lasciargli il tempo necessario di fare questo piccolo-grande passo, senza tirarlo o costringerlo a lasciare andare la mamma prima del tempo.
La fiducia dev'essere anche e sopratutto da parte del bambino nei confronti dell'educatrice e se questa non ha saputo rispettare i tempi del piccolo, sarà una partenza storta.

Ognuno perciò deve fare la sua parte e se tutti agiscono per il meglio, l'anno sarà un successo!




giovedì 8 settembre 2016

Maternità moderna



Oggi sono in vena di fare polemica. Si. Ogni tanto ci vuole.
La mia polemica riguarda la maternità oggi. La maternità delle donne lavoratrici.
Mi sembra che le donne oggi arrivino a fare figli perchè "si deve", perchè dopo il percorso classico de: laurea, lavoro, matrimonio, casa, non ci sia altro da fare sulla lista della spesa che un figlio.
E fin qui niente di male, è bellissimo avere un figlio, un'esperienza unica che ti cambia la vita. E allora permettiamo fino in fondo all'esperienza di cambiarci la vita.
Sembra invece che la tendenza ultimamente, almeno tra le donne primipare che mi capita di incontrare, sia quella di fare un figlio giusto per mettere una spunta nell'esperienze di vita. Ok, ma un figlio non è un peluche! Quel bel batuffolino tutto latte e pannolini, pian piano crescerà e diventerà un individuo in tutto e per tutto. E allora, vogliamo dedicargli un po' del nostro tempo e del nostro amore a questo batuffolino? O vogliamo delegare nonni e educatrici del nido a fare questo delicatissimo lavoro?
Sembra che, una volta partorito e allattato giusto 3 mesi (perchè almeno 3 mesi si deve), le donne abbiamo una gran fretta di tornare al lavoro e già a 4-8 mesi del pupo, lo smollano dove possono e via di nuovo in ufficio. E il frugoletto in gestione ai nonni fino a che non lo prendono al nido.
Ora, devo fare una precisazione perchè altrimenti rischio di essere fraintesa e letta come una che non capisce in che situazione critica si muove il mondo lavorativo italiano. Lo so. La conosco la situazione del lavoro. Lo so che è difficile trovarlo e una volta trovato è bene non perderlo. So tutto.
La mia polemica infatti non riguarda forse la stragrande maggioranza delle donne che DEVONO tornare a lavorare perchè sennò non arrivano a fine mese. No. Con loro sono super solidale e tanto di cappello per aver comunque avuto il coraggio di fare un figlio.
No. Io parlo di quelle coppie standard ( e in Italia ce ne sono parecchie) che dopo 10 anni di fidanzamento, matrimonio, 10 anni di buon lavoro di entrambi,casa di proprietà e tutti i fronzoli del caso, ad un certo punto decidono di fare un figlio- anche perchè sennò che si sono sposati a fare?!?- e appena fatto il figlio, nella donna scatta di nuovo la frenesia lavoro.
Ora, non mi venite a dire che dopo 10 anni non avete qualche risparmio da parte, che nel momento in cui avete pianificato il dolce evento non vi siete fatti due conti in tasca?
Ma come, appena avuto il pupo siete corsi a comprarvi il Suv perchè sennò vi mancava lo spazio per passeggini e ammennicoli e non avete pianificato la prospettiva di poter rimanere per un po' con un solo genitore che lavora a tempo pieno?
Non ci credo. Non ci voglio credere!
Dai, un figlio si fa e gli si dedica del tempo.
L'antroposofia dice che addirittura il bimbo dovrebbe stare a casa con la mamma fino a 4 anni! 4 anni! Ok, ammetto che vista la società in cui viviamo 4 anni sono un po' eccessivi. Ma 1 anno glielo vogliamo regalare a questa creatura? cos'è un anno in una vita intera? Nulla, se ci pensiamo bene. Ma in quell'anno avremmo fatto il più bel regalo che si può fare a un figlio e a noi stesse: gli avremmo regalato TEMPO. Tempo di stare con lei/lui, di osservare e godere dei suoi cambiamenti, dei suoi progressi, dei suoi primi passi, delle prime parole. Un tempo lento, scandito dai ritmi del bambino, un tempo dove le piccole cose sono le più belle. Un tempo che non tornerà.
E questa è maternità.



ps. la foto l'ho presa da www.mamme24.it